I Salmi Boscarecci di Ignazio Donati, pubblicati a Venezia nel 1623, segnano un momento fondamentale della storia culturale di Casalmaggiore, che coincide anche con il suo apogeo economico. Grazie all'indipendenza accordata alla città prima da Venezia e poi da Milano, l'agricoltura e il commercio fluviale alimenta la ricchezza della città, governata dall'oligarchia locale dei quaranta Decurioni. Con l'arrivo in città del compositore e didatta Ignazio Donati si stabilisce che il Maestro di Cappella non è proprio di una sola chiesa, ma dell'intera terra di Casalmaggiore, e che pertanto è stipendiato dalla Comunità, in assenza d'una Signoria locale. La dedicatoria dei Salmi è uno straordinario documento che permette di comprendere la singolarità delle condizioni nelle quali Donati si trova a operare.
Salmi Boscarecci di Ignazio Donati
Trascrizione del frontespizio, della dedicatoria e degli avvertimenti
SALMI BOSCARECCI CONCERTATI A Sei Voci, con aggiunta, se piace, di altre sei voci, che seruono per concerto, & per Ripieno doppio, per cantare à più Chori; Con vna Messa similmente concertata, & con il Ripieno, d’un’altra simile à sei, già stampata; & con il Basso principale per sonar nell’Organo. D’IGNATIO DONATI Mastro di Capella nella Terra di Casalmaggiore; L’Auriga nella Academia de Filomeni. Dedicati Alli Molto Illustri Signori del Consiglio della medesima Terra. OPERA NONA. CON PRIVILEGIO. IN VENETIA, Appresso Alessandro Vincenti. 1623.
MOLTO ILLVSTRI SIGNORI
PADRONI MIEI COLENDISSIMI
ESsendo l’honore segno, & dimostratione di opinione benefattiua, come dice il Filosofo nel primo della sua Rettorica; soggiungendo, quelli essere veramente degni di essere honorati, che sogliono far beneficio; era ben giusto che con l’opportuna occasione di douer publicare la presente Opera, tanto gradita dalle SS. VV. Molto Illustri nel sentirla cantare in queste loro Chiese, io procurassi insieme col dedicarla all’honoratissimo nome loro di manifestar al Mondo l’honore che porto, & l’obligatione che le tengo; hauendomi con tanta benignità, & liberalità, degna dell’innata magnificenza, & nobiltà de' Casalaschi, già condotto con stipendio, & honorario publico per Mastro di Capella in questa loro nobilissima Terra. Alla quale parmi veramente, che non manchi di Città altro, che il nome. Poiche ha vn popolo cosi numeroso, ciuile, nobile, & ricco; retto con gouerno tanto politico dal Consiglio di loro Signori Quaranta Decurimi [per: Decurioni]; che rassembra vna perfetta Aristocratia. Ha vn Clero in tanto numero, cosi ben dissiplinato nelle virtù morali, & Clericali; ha tanti soggetti eminenti si nella professione di lettere, come di armi; hà Tempij cosi sontuosi; & edificij cosi magnifichi; che porta titolo delle più insigni Terre dello Stato di Milano. Ha tale, & tanto commercio di varie mercantie, per esser costeggiata dal Vasto fiume del Pò; che per il gran porto de' Nauigli, & gran trafico, che tiene, suol chiamarsi, Venetia Picciola. Onde molto conuenientemente vien denominata Casalmaggiore, non solo dal CAMPO MAGGIORE, che quiui formato dall’Imperator Otone, suo primo fondatore contro l’Esercito di Vitellio; ma etiandio, perche con tante qualità ciuili, & qualificate prerogatiue si rende per se stessa MAGGIORE del nome di Terra, ò di Castello. Oue tanto maggiormente mi pregio, & godo di essere stato condotto con tal carico, quanto che vi ho trouato la nobile, & florida Academia de' Filomeni, sì copiosa di soggetti eleuati; non meno atti à gratiosamente cantare, & sonare di varij stromenti; che a dottamente discorrere di belle lettere. Ma perche non intendo di voler qui stringere in picciol fascio le immense grandezze di CASALE assai MAGGIORE del proprio Nome; che per tanti rispetti si mostra concorrente, & emulo di Città non ordinarie; senza più bacio alle SS. VV. Molto illustri le mani, & le supplico a compiacersi di gradire questa picciola dimostratione dell’honor grande, che le porto; mentre dal Signore le prego il vero honor del loro honorato gouerno.
Di Casalmaggiore a dì 3. d’Ottobre. 1623.
Delle SS. VV. Molto Illustri
Deuotissimo, & obligatissimo Seruitore
Ignatio Donati.
AVVERTIMENTI SPETTANTI ALLA PRESENTE OPERA.
PErsuaso (benigni Lettori) dà prieghi di chi può comandarmi à voler dare alla Stampa la presente Opera; chiamata da me, Salmi Boscarecci, pretendendo che seruano per le Feste minime; hò stimato necessario accompagnarle con alcuni auuertimenti per esser Opera grossa, & numerosa da potersi cantare con poche, & con molte parti in diuersi modi; ristretta però da me in dodeci libri soli, oltre il Basso principale, per mia minor fatica, & per manco spesa di chi si compiacerà comprarla.
Prima dunque si potrà cantare à sei voci sole con li primi sei libri; ne si può tralasciare alcuna di queste sei parti, ma per penuria di Soprani si può cantare il primo Soprano in Tenore, discosto però alquanto dal Tenor principale. Et volendo seruirsene le Monache potranno cantare il Basso all'Ottaua alto, che riuscirà vn Contralto.
Secondo gli altri sei libri, chiamati da me, Ripieno, contengono sei altre voci, che pur cantano in concerto; & sei istromenti, tre graui, & tre acuti. Potendosi servire à beneplacito di tutte, ò parte di queste voci, di istromenti aggionti; che possono fare vn altro choro sù la cantoria; raddoppiando, se piace, le voci che cantino nelli Ripieni solamente, oue dice tutti.
Terzo chi volesse far più chori si potrebbe metter sù l'Organo il Canto, Alto, Sesto et Basso de' primi sei libri. Il Tenor primo con gli stromenti graui per Secondo choro. Il Quinto con gli stromenti acuti per Terzo choro. Et hauendo più copie di questi libri si potriano anco aggiongere due altri chori, facendo vn choro con le tre parti & altri istromenti graui, & l'altro con tre altri istromenti acuti, & le sue tre voci; potendosi per necessità cantare questi due Soprani in Tenori, & raddoppiare le voci nelli Ripieni. Ouero si potrà fare vn Choro solo con questi sei vltimi libri che seruirà per quarto choro, & per ripieno. Rimettendomi al gusto, & al giuditio di chi si compiacera valersi di questa Opera.
Quarto volendosi seruire delli sei vltimi libri per le voci, & per gli stromenti insieme, auertasi che doue dice solo, hà da cantar solo il Cantore senza stromento; & doue dice Trombone, ò Violino, hà da sonar solo l'istromento. Et doue dice Tutti; cantaranno, & sonaranno vnitamente. Ma occorendo, che vno di questi libri debba seruire per la voce sola, o per l'istromento solo, bisogna star auertito di cantare, o di sonare respettiuamente à suo loco, & tempo; come si fa, quando l'istesso libro serue vnitamente per il Cantore, & per il sonatore; proferendo cosi pian piano la nota, che va tralasciata; et numerando le pause, per sapere entrare a tempo debito.
Quinto nel Credo della Messa, quando si giunge al versetto (Et resurrexit) che è in tripola; se vi saranno li stromenti, la potranno sonar soli, che seruirà per Sinfonia; & poi replicarla con le voci, & istromenti insieme. Et cosi anco nel Seco(n)do Ripieno aggiontoui per l'altra mia Messa a 6. in concerto, vltimamente stampata con le mie Messe da Capella. Et nell'istesso modo potranno far la Sinfonia nel primo Magnificat al versetto (Suscepit Israel) Auertasi anco circa al sudetto Credo, che gionti al versetto (Et iterum A 4.) se vi saranno parti a proposito nel secondo choro, che lo cantino; per darli sodisfattione, tacera nel primo choro il Basso, Tenore, & Alto; et canterà il Soprano del primo choro con le tre parti del secondo choro che vi hanno il detto versetto.
Sesto Il Sanctus, & l'Agnus Dei si sono posti cosi semplici, & breui alla Venetiana, per sbrigarsi presto, & dar loco al Concerto per l'Eleuatione; & a qualche Sinfonia alla Communione. Et tanto mi basti d'hauer accennato alli discreti Cantori. Alli quali se per auuentura quest'opera riuscirà di qualche gusto, forsi appresso ne vscirà qualch'altra, per compiacere a chi gradisce anco le cose minime di chi non può dar cose maggiori. In tanto viuete felici.
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